Perché temiamo tanto il giudizio degli altri?
L’argomento è sicuramente molto affascinante e complesso; quindi cerco di riassumere qualche punto che potrebbe poi far riflettere
1) non si può piacere sempre e a tutti
2) tutti abbiamo l’abitudine di giudicare (ahimè) ma si può migliorare!
3) non essere il peggior giudice di te stesso
4) attenzione al senso di colpa e di vergona
5) non sei al centro del mondo (non tutti ti stanno osservando, vai seren*)
Che fare quindi? Prima di tutto ricordandoci di essere tutti sulla stessa barca.
Che le nostre ansie e paure sono le stesse provate dagli altri che in quel momento magari stiamo giudicando.
La troppa esposizione sui social ad esempio condiziona parecchio soprattutto i giovani Fobia sociale: ecco come si chiama la paura di essere giudicati.
Dovremmo tutti fare più attenzione sempre, cercando di nutrire una sana consapevolezza di noi stessi e dei nostri talenti per imparare a gestire queste emozioni e vivere più sereni.
Se questo argomento ti risuona … a disposizione per leggere tuoi commenti o parlarne privatamente.
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OK?👌
Uno dei principi del modello teorico a cui faccio riferimento, l’analisi transazionale, che trovo molto utile nel lavoro con le persone è il principio dell’Okness.
L’okness si può sintetizzare con “io sono ok, tu sei ok”: andiamo entrambi bene, il che presuppone vedere se stessi e l’altro in una posizione paritaria; può non andare bene quello che uno fa ma andar bene quello che è. Le posizioni di vita apprese da piccoli e mantenute da adulti comportano che la persona nelle situazioni in cui si trova assuma e dia più risalto a tutto quello che le conferma la posizione appresa. Nella quotidianità spesso questa posizione non si mantiene sempre appunto, si sperimentano altri modi di percepire se stessi, l’altro e le situazioni.
– Io sono Ok, tu non sei Ok: è la posizione in cui il soggetto mette se stesso in una posizione up e l’altro in una posizione down, una sitiuazione di prevaricazione e di poca considerazione dell’altro. Questo tipo di posizione può portare a relazioni violente;
– Io non sono Ok, tu sei Ok: è la posizione in cui le persone sperimentano inadeguatezza, non si sentono meritevoli, capaci mentre l’altro è percepito come capace, meritevole. Chi sperimenta questa posizione può vivere esperienze di ritiro, non si mette in gioco per paura del fallimento;
– Io non sono Ok, tu non sei Ok: è la posizione in cui né sè né l’altro sono percepiti come capaci, in grado di fare qualcosa. È una posizione di scoraggiamento complessivo.
durante i colloqui si mantiene: la posizione “Io sono ok, tu sei Ok” – esprieme la convinzione che ogni persona abbia in sè le potenzialità per cambiare.
Riflettendoci un po’ solitamente tu “in che posizione ti trovi?”
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